Le libraie di Kichijoji by Aono Kei

autore:Aono Kei [Aono, Kei]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-03-21T12:00:00+00:00

13.

– Che è successo a Nishioka? – chiese con voce seccata Watanabe Takayuki, il dirigente arrivato dalla sede centrale. Teneva il mento sporto in avanti, con fare supponente.

– Cosa le è successo? – ripeté Yamada Nobuo, il direttore del personale che gli stava accanto, anche lui con aria scocciata e il mento proteso.

I due si erano presentati lí alle undici come da programma, e una volta saputo dell’assenza di Riko si erano subito messi di cattivo umore.

– Pare che oggi non verrà, – rispose loro Hatakeda, in tono mortificato. Sapendo che dalla direzione sarebbe arrivato Watanabe, si erano preparati a dargli il benvenuto tutti e tre i dipendenti fissi della libreria, e cioè Hatakeda, Tsujii e Aki.

– E per quale motivo? Eppure dovrebbe essere il suo primo giorno da direttrice! Come è potuta mancare proprio oggi? Oltretutto, doveva sapere benissimo che sarei venuto. Non ha mandato nessun messaggio? – continuò a chiedere Watanabe, sempre piú irritato. Era una voce che al solo udirla un dipendente timoroso si sarebbe sentito rimpicciolire. Watanabe era il tipico dirigente odioso, di quelli che tenevano un basso profilo con i superiori e facevano la voce grossa con i sottoposti.

– Allora? – li incalzò Yamada come per mettergli pressione, ma a differenza dell’altro aveva una voce stridula, che non suonava affatto minacciosa.

– No, non ho sentito nulla. Tsujii, tu ne sai niente?

– No… Obata, a te ha detto qualcosa? – le chiese Tsujii, e Aki scosse la testa. Riko faceva di tutto per evitarla, perciò riteneva del tutto improbabile che si sarebbe affidata a lei anche per trasmettere un messaggio.

– Ma che diavolo sta combinando, Nishioka? È una cosa che succede spesso?

– Non proprio spesso, ma… – rispose Hatakeda, lasciando in sospeso la frase. Era come a voler significare che ogni tanto capitava.

– Ieri c’è stata una piccola festa anticipata per la promozione a direttrice, magari sarà un po’ in ritardo… – suggerí Tsujii. Non si capiva bene se l’intenzione era quella di giustificarla o di metterla in cattiva luce.

– Uhm, avrà bevuto troppo? Che bella vita che fa la signora! – sibilò Watanabe. – L’avevo detto, che un direttore donna non avrebbe funzionato! Sono sfrontate e invadenti, non hanno il minimo senso di responsabilità!

– Proprio cosí! – convenne Yamada con ampi gesti di assenso, come a voler avallare senza riserve ciò che aveva detto l’altro. Lui era una specie di ombra di Watanabe. I due si muovevano sempre in coppia.

Né Tsujii né Hatakeda avevano profferito parola, ma erano sembrati sorridere sotto i baffi. Ad Aki parve che fossero compiaciuti della pessima figura che stava facendo Riko.

– A proposito, stamattina è arrivata una telefonata da parte di Nishioka. Ho risposto io e te l’ho passata, Hatakeda… Non ti ha detto nulla? – gli domandò Aki a muso duro. Si era indispettita per i commenti misogini di Watanabe, e le avevano dato fastidio anche i sorrisini di Hatakeda.

Quest’ultimo fece un’espressione apertamente contrariata. Appariva confuso, e per un attimo rimase senza parole; poi, come se se ne fosse

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